Mentre fuori tutto sembra implodere e andare in frantumi, nel profondo ciascuno cerca di mantenere al sicuro il bisogno di socialità e di affetto, il ricordo di quando tutto era più semplice e ci si poteva abbracciare e tenere per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quella normalità data per scontata che si è rivelata fragile e preziosa è ora contenuta in edifici abbandonati – vestigia di ciò che fu e in continuo mutamento sotto l’azione del tempo – adagiati sul fondo di una piscina. L’acqua ovatta i suoni, ammorbidisce le forme, rallenta i movimenti, dà l’impressione che spazio e tempo non esistano più: la scena è come pietrificata in quello che era ma pronta a evolvere verso quello che sarà una volta abbattuti i muri. Amore è parte di un progetto nato dall’esigenza di mantenere presenti i legami anche durante i mesi di quarantena, che hanno messo a dura prova l’esistenza di tutti perché l’uomo è un essere sociale che ritengo possa trarre dagli altri le gioie più grandi anche durante la pandemia e nel mondo che questa si lascerà alle spalle.
L’opera è parte del progetto Amore & Sessualità