L’opera si concentra sulla dimensione soggettiva dello scorrere del tempo, sulla « forma » che l’essere umano prova a dare al suo fluire costante in rapporto alla propria esperienza di vita. Il ricordo è il mattoncino che inanellato ad altri ricordi crea la trama di quello che è il tempo soggettivo, ma il ricordo è esso stesso effimero e mutevole come una bolla di sapone; e come una bolla può agire in maniera non diversa da una lente, che ingrandisce, deforma, plasma ciò che si vede attraverso.
Ho voluto inserire alcuni elementi che richiamano diversi aspetti dello scorrere del tempo, come la sua ciclicità – esaltata dal ciclo della natura – e la sua ineluttabilità, il suo andare avanti nonostante tutto e senza poter tornare indietro, come quando si decide di lasciare la presa alla partenza di un acquascivolo e si è costretti a seguire il percorso fino alla fine, senza la possibilità di tornare sui propri passi. La scena è però pervasa da un senso di pace, e si colloca in una dimensione onirica che è un altrove rispetto alla realtà dell’esistenza, nei riguardi della quale il tempo ‘oggettivo’ scorre indifferente.