Questo lavoro nasce nel cuore della pandemia, quando nell’aprile 2020 l’Italia si trovava in pieno lockdown e paura, incredulità e impotenza la facevano da padrone nell’animo delle persone. Si aveva l’impressione di assistere ad una nuova Apocalissi in atto, alla concretizzazione di uno degli scenari distopici tra i peggiori cui il ricco Occidente del XXI secolo potesse pensare. Ai telegiornali non facevano che ripetere cifre: contagiati, deceduti, intubati, trasferiti, sospetti, qualche guarito. Le strutture portanti della società erano improvvisamente state rimesse in discussione: ricchezza, scienza, tecnologia, tutto sembrava essere diventato inutile, inadeguato, incapace di far fronte a un’unica minaccia invisibile. L’economia – pilastro portante del mondo capitalista – e l’organizzazione sociale erano scivolate di colpo in un baratro, scoprendosi impotenti di fronte alla rivalsa feroce di un nemico naturale troppo a lungo sottovalutato. Anch’io, pur nella relativa sicurezza del mio studio, avevo la sensazione che il mondo per come lo conoscevo fosse perduto, e il non poter fare altro che restare a guardare accresceva la sensazione che si è poi tradotta nell’opera: un’angoscia strisciante, che unita alla reclusione domestica, alla solitudine, all’impotenza, alla paura e al crollo di ogni certezza ha caricato questo lavoro fin dalla sua nascita, sgravando parzialmente il mio animo.
La Chute
Olio su tela
150x100 cm
2020
Collezione Privata(ITA)