E’ stata pubblicata sul blog di Toe Art Market l’intervista curata da Francesca Calzà sulla mia pratica artistica. Di seguito alcuni estratti.
Francesca Calzà – Puoi raccontarci un po’ del tuo percorso artistico? Come ti sei avvicinata all’arte?
Sofia Fresia – Fin da piccola i miei genitori mi hanno abituata a frequentare musei ed esposizioni d’arte, ma per la mia famiglia l’arte è sempre stata appannaggio del tempo libero. Ciononostante, durante gli anni della scuola mi hanno sostenuta nella pratica di diverse discipline artistiche: dal teatro, alla pittura alla musica. Visitare la mostra “Gli impressionisti e la neve” (Torino, 2005) mi ha avvicinata alle arti visive, tuttavia non ho potuto frequentare il liceo artistico e ho deciso di continuare da autodidatta, finché la pittura non si è rivelata cruciale nell’affrontare un lungo ricovero ospedaliero. Dipingere ha riacceso in me una scintilla e mi ha fatto capire che esistono modi di comunicare anche al di là della parola, modi che in quel momento mi sembravano inutili perché nessuno sembrava disposto a prendermi sul serio. Così, dopo la laurea in Infermieristica, ho deciso di iscrivermi all’Accademia Albertina di Torino, con la convinzione che, attraverso i miei lavori, la pittura potesse essere di grande aiuto anche per altri.
Francesca Calzà – Quali sono stati gli incontri, i riferimenti culturali o i momenti che hanno avuto un forte impatto nello sviluppo della tua ricerca?
Sofia Fresia – Ho sempre amato la pittura figurativa e in Accademia non ho voluto rinnegare questa mia passione, bensì ho cercato di raggiungere una sintesi tra estetica tradizionale e tematiche del contemporaneo. I miei modelli stilistici di riferimento rimangono la pittura surrealista di René Magritte e la metafisica di Giorgio de Chirico, a cui si affiancano altri maestri contemporanei come Edward Hopper, David Hockney e Anselm Kiefer, che indagano nelle loro opere la nostra epoca i suoi stili di vita; o ancora Lorraine Shemesh, Cameron Rudd, Leah Giberson, e Andrew Bennett che nei loro lavori implementano continui riferimenti visuali alle piscine, all’acqua, e interpretano le istanze surrealista in chiave contemporanea.
Francesca Calzà – Come influiscono le tue radici culturali e le tue esperienze personali sulla tua pratica artistica? Puoi fornirci qualche esempio?
Sofia Fresia – La mia arte è intrinsecamente legata al mio vissuto personale, non a caso, spesso rappresento me stessa nei quadri. Sono partita dalla volontà di creare un linguaggio visivo personale riunendo quegli elementi che più mi caratterizzano e che sono rimasti costanti nel tempo: il nuoto e la montagna. Infatti, la serie “Pools” si compone di opere in cui riunisco riferimenti al mio vissuto di nuotatrice ed escursionista all’interno di dipinti che vorrebbero fornire una chiave di lettura soggettiva di una situazione o di un problema suggeritomi dal vivere la contemporaneità; soprattutto rispetto ai temi della crescita personale e della crisi climatica.
Volendo posso prendere come esempio una delle ultime opere, “Un giro di giostra” (2024), un trittico in cui ho cercato di dare corpo a sensazioni altalenanti che si provano quando ci si avvicina ai grandi cambiamenti o alle grandi decisioni: sono tele dai toni cupi e, al tempo stesso, caratterizzate da un’impostazione giocosa, che racchiude in sé la gamma di emozioni che accompagna le scelte più importanti della vita.
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